di Francesco Furlan


Attivista ambientalista per la promozione dell’uso della bicicletta come forma di sviluppo sostenibile e di scoperta del territorio, da tre anni organizza uno dei principali “bike trail” italiani: un percorso a cavallo del confine italo-sloveno che permette a partecipanti di tutta Italia e dei vicini paesi europei di conoscere la parte più selvaggia del Carso e i suoi dintorni. Con l’obiettivo, tramite la fatica condivisa, la bellezza della natura e la scoperta di culture diverse, di avvicinare popoli e valorizzare le aree interne.

La relazione del territorio bisiaco con la bicicletta è sempre stata stretta e vitale. Nel secondo dopoguerra, con i primi risparmi e il diffondersi del benessere, la bici divenne una risorsa preziosa per migliorare la vita quotidiana, nelle aree urbane come in quella rurali. Permetteva di trasportare merci, raggiungere luoghi di lavoro più lontani, spostarsi con autonomia: un progresso semplice ma essenziale.
Solo in seguito, con il consolidarsi del benessere economico, la bicicletta è diventata anche simbolo di libertà, tempo libero e vita all’aria aperta.

Oggi il suo uso è diffusissimo, dove rappresenta un mezzo di mobilità locale indispensabile, soprattutto in relazione alle grandi aree produttive industriali. Per molti lavoratori resta la soluzione più economica e pratica. Al di fuori di questo contesto, spesso la bici è stata progressivamente abbandonata come mezzo di utilità, divenendo mero strumento per il tempo libero, l’attività fisica e l’esplorazione del territorio.

Foto Alessandro Stefanato, Archivio Carso Trail

Negli ultimi anni, in compenso, le associazioni ambientaliste locali hanno contribuito a far emergere una nuova consapevolezza: la bicicletta non è solo un mezzo di spostamento, ma anche uno strumento di salute pubblica e sviluppo sostenibile. Non produce emissioni, non consuma carburanti fossili e favorisce un’attività fisica moderata, adatta a quasi tutti. Inoltre, attorno a essa si può sviluppare la cosiddetta bikeconomy, il circuito virtuoso che genera valore dal turismo lento e di prossimità, senza impatti ambientali. Dalle realtà che offrono noleggi alle guide cicloturistiche, la bicicletta crea lavoro e, come dimostrano vari studi, incrementa anche i volumi commerciali delle attività collocate lungo percorsi ciclabili o accoglienti verso chi pedala.

La bici, inoltre, favorisce la conoscenza e gli incontri, offrendo un grande contributo culturale e umano: promuove la crescita personale, il benessere psicologico e una migliore qualità della vita.

Negli ultimi anni nel territorio bisiaco sono nate molte iniziative coerenti con questa nuova sensibilità. La lungimiranza di alcune amministrazioni, che hanno promosso o ereditato politiche di mobilità sostenibile e nuovi percorsi ciclabili, ha dato risultati concreti: in urbanistica, infatti, l’infrastruttura crea l’uso.

Nel corso dell’ultimo decennio interventi di rilievo, a livello comunale e regionale, hanno trasformato il modo di vivere il territorio, rendendo più sicuri i percorsi e collegando aree prima impraticabili per il traffico crescente. Tra le opere più significative spiccano la pista che collega Staranzano e Ronchi passando per l’accesso ciclabile al Polo Intermodale dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari, la ciclabile “Paradiso” tra San Canzian e Staranzano, la rete di percorsi sicuri di Turriaco dedicata ai grandi cantautori italiani e la nuova ciclabile realizzata sul vecchio tracciato ferroviario del Cantiere tra Monfalcone e Ronchi. Tutti esempi che hanno contribuito a ridurre il traffico veicolare e a restituire spazi di scoperta e relazione con il paesaggio.

Anche “fuoristrada” la bici ha conosciuto un grande sviluppo: dalle gite autonome agli eventi organizzati, è sempre più frequente incontrare ciclisti lungo le strade bianche e di campagna che conducono a luoghi di valore culturale, paesaggistico o ambientale, come le aree protette del litorale o del Carso.

Il quadro attuale dell’uso della bicicletta nel territorio è quindi positivo e in evoluzione. Ma occorre mantenere alta l’attenzione e continuare a sostenere politiche concrete per la mobilità alternativa e per la sicurezza stradale, oggi vera emergenza che colpisce gli utenti della strada più deboli, pedoni e ciclisti. È questa la grande sfida per il prossimo futuro: rendere la bicicletta sempre più protagonista di una vita quotidiana sostenibile, sana e consapevole.