La storia di una famiglia può diventare l’occasione per ripercorre la storia di una comunità. Quella della famiglia Volpato, raccontata attraverso le memorie dei discendenti del “pare Toni”, che nel 1919 si trasferisce dal Veneto in Bisiacaria con la moglie Dosolina, diventa in controluce la storia della Bisiacaria nel Novecento. Attraverso le diverse case, o meglio, i diversi “curtivi”, dove la famiglia trova abitazione, vengono ripercorse le difficoltà e le gioie di una famiglia che si allarga, ottiene soddisfazioni grazie al duro lavoro, partecipa alle attività della comunità locale mettendo forti radici. Il lavoro, da quello dei campi a quello in Cantiere, come anche le vicende politiche, anche tragiche, si intrecciano alla vita quotidiana: un racconto vivo, fatto di parole e immagini.

Da “Al Pare Toni”

Dopo undici anni dall’arrivo in bisiacaria, nell’autunno del 1930, la famiglia si trasferisce quindi a Ronchi dei Legionari.

La casa è molto più grande e con tutte le pertinenze necessarie, ha una bella stalla, un fienile, un pollaio, una porcilaia e un forno per il pane. Ma anche un bellissimo orto all’interno di una braida recintata da muri in pietra per proteggere le colture dal vento, e soprattutto numerosi capi di bestiame fra cui un paio di cavalli. Dosolina è molto contenta per l’avvicinamento alla figlia Maria e ai parenti che abitano sot la monte a Vermegliano. Antonio ha ottenuto anche alcune importanti innovazioni: l’installazione della corrente elettrica sia in casa che nella stalla e la consegna, da parte dell’azienda agricola, di ben 40 campi da coltivare (allora si usavano in media solo 25 campi per famiglia). Non c’era di che dire, per essere mezzadria aveva portato a casa davvero un buon contratto, visto il contesto dell’epoca. Le campagne ricevute in consegna erano: 3 campi adibiti a vigneto di Malvasia per un totale di 10 filari par la strada de la Amabile Codetta nell’attuale zona ove ora sorge in vivaio Petrini; 34 campi fra Bistrigna, Staranzano e San Canzian d’Isonzo: rispettivamente 12 in tai Pradati e Mulinat, 10 in ta le Burlece, zà bosc grand e 12 in ta la Risera; infine ulteriori 3 campi adibiti a vigneto di Merlot, in Dobia per un totale di 15 filari. Per raggiungere quest’ultimi bisognava attraversare la linea ferrata nelle adiacenze della strada de la Amabile Codetta e ai Volpati viene data in dotazione una speciale chiave per alzare le sbarre del passaggio a livello. Tutti i ragazzi gonfiano il petto di orgoglio per questa importante concessione, perché… par ’ndar de là a consar e a vendemar, gavemo la ciave del luchet de le stanghe!